giovedì 29 marzo 2012

♣♥ Vigor e Jack

In romagna il volley non è uno sport.
E' un modo di vivere.
Non si gioca a volley, lo si vive. Per giocare a volley bisogna essere positivi, sorridere alla vita.
Tra i miei amici ci sono molti giocatori di volley, bella gente. Gente godereccia, formata da pantagrueliche cene a fine allenamento... Un vecchio e famoso dirigente diceva "- me a ne sò, ad qui chi zuga a volley un se mai smagrè inso'!" (trad: io non lo so, di quelli che giocano a volley, non è mai dimagrito nessuno!) addirittura si vocifera che Gardini, uno dei giocatori più forti di tutti i tempi, romagnolo di nascita, dovette rinunciare ad una convocazione della nazionale in quanto infortunato ad un dito affettando un salame.....
Lo sapeva Jack, Giacomo Sintini, nativo della romagna.
Lo sapeva Vigor, Vigor Bovolenta che giovanissimo approdò al Porto Ravenna per vivere la pallavolo di romagna.
Ravenna..... la culla della pallavolo italiana a partire dalla mitica Robur che ha vinto i primi campionati italiani, alla fine degli anni '40, per continuare con una delle squadre più forti di tutti i tempi il Messaggero Ravenna degli anni '90. La riviera ravennate è stata anche la culla del beach volley....  bastano 2 parole magiche "Ci siamo?" che 4, (o 6 o quanti volete voi....) si alzano per sfidarsi sotto il sole cocente.....
Jack Sintini ha iniziato a Ravenna, per poi trasferirsi a Forlì, per poi andare a giocare in giro per l'italia, trovare l'amore a Perugia. Poi l'avventura non felicissima in Russia. E il ritorno in Italia, anzi, in romagna, per dare una mano agli amici di Forlì.
Jack Sintini (10) e Vigor Bovolenta (16)


A Forlì, dove trova un amico di tante battaglie in nazionale, quel Vigor Bovolenta, che anche lui, partito da Ravenna, ed aver giocato in giro per l'Italia, infine è approdato a Forlì. 
Forlì. L'altro polo della romagna pallavolistica, dove c'è una società fatta da appassionati che vivono per il volley e non di volley. C'è chi fa l'architetto, chi commercia, che costruisce case, chi fa l'impiegato e cose così. Ma nel tempo libero si occupano di volley, con buoni risultati, al punto da aver creato una squadra che gioca da tanti anni a cavallo tra l'A1 e A2.
Una società seria, al punto che, piuttosto che indebitarsi, piuttosto che rischiare di non pagare gli stipendi, decide di ridimensionarsi alla fine del campionato scorso, ricominciando dalla B2.
Ma la notizia della tripla retrocessione da A1 a B2 non è vissuto come un dramma. Il vero dramma è l'annuncio di Jack, costretto a fermarsi a tempo indeterminato in quanto scopre di essere malato, molto malato. 
Tutto il mondo del Volley si stringe attorno a Jack, soprattutto il volley romagnolo, dove è nato e dove ha giocato tanto.
Vigor invece sceglie il nuovo corso di Forlì, invece di andare a lucrare un ultimo contratto in serie A (e ne aveva la possibilità tranquillamente...) fa la scelta di fare da chioccia ad una squadra giovane, compagno di squadra di una banda di ragazzotti, alcuni dei quali, anagraficamente, potrebbero essere figli suoi...
E invece senza la spocchia del campione decaduto, ma condividendo l'amore per il volley si mette al servizio di quella squadra di ragazzi, che stravedono per lui. Non solo loro, la sua semplicità conquista tutti.
Qualche settimana or sono una bellissima notizia: Jack è tornato, è clinicamente guarito e può tornare (pian piano) ad allenarsi...
Solo il tempo di gioire di questa vittoria di Jack, un ragazzo che ha imparato a lottare, non mollare mai sui parquet, che su di un altro parquet Vigor si accascia durante una partita. Per non rialzarsi più.


Con queste poche righe ho voluto parlare di due uomini, Jack e Vigor, degli incroci che li hanno riguardati, e  che hanno affrontato le sfide che gli venivano proposte con grinta e serenità, come si conviene ad ogni giocatore di Volley.
Ed a ogni uomo.


Addio Vigor.
Bentornato, Jack.

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