sabato 11 dicembre 2010

♥ SONO DISPARI

Sono dispari. Ora ne ho la consapevolezza. Il dispari e’ una cosa strana, disturba, soprattutto degli equilibri.  
Se assommi  due “pari” ottieni qualcosa che e’ “pari”, qualcosa che ne e’ naturalmente l’evoluzione. Se assommi due “dispari” ottieni qualcosa che e’ diverso, probabilmente più equilibrato, una entità “pari”.
E’ difficile anche un rapporto tra un “pari” e un “dispari”.  La disomogeneità di quest’ultimo spesso ha il sopravvento.
Sono dispari. Forse l’ho sempre saputo ma solo oggi ne ho la consapevolezza, l’ho metabolizzato. L’intuizione l’ho avuta in Ospedale, o meglio nel tunnel dell’ospedale, in quel breve momento in cui solo il rimbombo dei miei passi mi accompagnava. Ecco l’intuizione, sono dispari, sono l’1.  Non il “numero 1”, sono semplicemente l’1.  Semplice, essenziale e… solo. 
Normalmente non vivo male da 1, anzi, ho raggiunto il mio equilibrio, tra cene da solo e scampoli di “bagni di folla”. Ho imparato a far di necessita’ virtù. Anche troppo. A volte mi ritrovo a ricordare un episodio, a pensarmi al Pronto soccorso: osservavo le altre persone (mi piace osservare le persone) : un anziano con la figlia, bimbi accompagnati da un genitore, un ragazzo che confortava un amico,  due ragazzi che “baglionescamente” “..si fan promesse per l’eternità..”….  e io quasi in disparte e che, quasi divertito, mi scoprivo l’unico non accompagnato.
Ma il gioco a volte si fa pesante e si rischia di diventarne prigionieri. Ho imparato a cavarmela da solo, a essere stampella e scudo di me stesso, ho avuto la forza, il coraggio (o l’incoscienza..) di dare un volto ed una dimensione ai miei personali demoni e di tentare di vincerli. A volte pero’ la stampella e lo scudo sono un ostacolo, un diaframma tra me e il mondo. Quando avverto questo mi sento drammaticamente 1. Mi rimbomba nella testa un frammento di una canzone di Ligabue “..sei fuori tempo…”
E allora ho come la sensazione di vedere il mondo da dietro un vetro. Come se la mia umanita’ fosse stata sterilizzata. Da quanto non sento pelle fremere tra le mie dita? Da quanto non sento il sapore di labbra sulle mie labbra ? da quanto non sento l’energia, il calore di un abbraccio? Da quando non mi sento vivo?
Da troppo tempo.
E quanto tempo passera’ ancora?
Non lo so.
E questo dubbio a volte mi spaventa.


( scritto da un amico o da me tanti anni fa...)

2 commenti:

  1. Che belle parole.
    A volte quando ci si abitua ad essere l'1 è diffcile ritrovarsi in una vita a 2 o più.. Mi pare però che tu ci stia riuscendo alla grande, da quello che leggo sei un ottimo marito e pure un ottimo padre!
    A volte ripenso a com'era la mia vita prima di incontrare Fidanzato e mi rendo conto di come sono fortunata ad averlo incontrato. Non mi era capitato con chi c'era stato prima di lui; direi che è la volta buona che divento la parte di un 2 :)

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  2. che bella sorpresa!

    Effettivamente il passaggio da 1 a 2 non è semplicissimo, soprattutto se non si è giovanissimi (ovviamente parlo per me....) ,  nel senso che con il passare del tempo si comincia ad avere una vita "strutturata" ( tutta una serie di riti la piscina, lo shopping con le amiche, la partita con gli amici ecc) per cui "incastrarci" una persona, un amore, non è semplicissimo...
    Ovvio se ne vale la pena si fa, e si ribaltano anche gli usi e i costumi di una vita, Ma ne deve valere la pena!

    Oggi più che mai sono convinto ne sia valsa la pena. per me.
    Felice per te se anche tu senti questo!

    A presto

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